Michele Carretta
Il testo di questo nuovo canto per la liturgia esequiale esprime la certezza della fede che finalmente, dopo il lungo «vagare» della vita sulla terra, diventa visione diretta del volto del Signore, non più come in uno specchio, ma faccia a faccia (1 Cor 13, 12). Tutto assume i contorni di una luce «chiara come il giorno» che rivela il volto di Cristo, «icona dell’amore». Sa la vita sulla terra è un cammino in cui l’uomo sperimenta a volte la fatica della ricerca e a volte la gioia di un incontro, se pur avvenuto attraverso la mediazione dei segni sensibili della liturgia, dopo la morte il cristiano spera di incontrare il Dio vivente. In lui infatti vi è «risurrezione».
Le strofe sviluppano il tema del cammino, modulandolo di volta in volta come un «vagare» (prima strofa) sazio di «lunghi giorni» (seconda strofa) e «tanto buio»; solamente la contemplazione del volto del Signore dona la pace del cuore.
Ciascuna delle strofe si conclude con un’affermazione densa di stupore: la vita eterna è «mensa dell’amore», «acqua della vita» e «luce della Pasqua», tutte immagini care alla sacra Scrittura e alla tradizione dei Padri.
Questo testo può essere messo in musica come canto da utilizzare durante la comunione.
Ora ti contemplo nel regno della luce, vedo il tuo volto, icona dell’amore. Chiara come il giorno è l’eterna vita: noi con te, Signore, in Te, risurrezione. Dopo il mio vagare torno a te, o Padre; come figlio amato siedo al tuo banchetto: è mensa dell’amore. Dopo lunghi giorni vengo a te, Signore; come cervo anelo alla tua sorgente: è l’acqua della vita. Dopo tanto buio vedo il tuo chiarore, scorgo all’orizzonte l’alba che non muore: è luce della Pasqua.